Translate

martedì 22 aprile 2014

Gli albori della guerra fredda

Rileggere il romanzo I mandarini della scrittrice francese Simone de Beauvoir a sessanta anni dalla sua pubblicazione, significa tuffarsi nel contesto storico del dopoguerra in cui intellettuali, scrittori, artisti, filosofi e letterati erano obbligati a compiere una precisa scelta di campo tra il blocco filoamericano e il blocco filosovietico.
La disfatta tedesca, il ritorno dei deportati, il bisogno di dimenticare gli orrori della guerra e i campi di sterminio, l’esigenza di costruire un nuovo mondo, il piano Marshall, le vicende del Madagascar, i campi di lavoro in Unione Sovietica e gli albori della guerra fredda attraversano la narrazione i cui protagonisti maschili sono Harry e Robert che ricordano molto da vicino il filosofo Jean Paul Sartre e lo scrittore Albert Camus, premio Nobel per la letteratura nel 1957.
In quella fase, esistenzialismo, marxismo e psicanalisi si intrecciano in una miscela filosofica che fornisce le categorie interpretative, utili per comprendere i comportamenti, gli atteggiamenti, i modi di essere e di pensare dei vari personaggi che animano il romanzo di Simone de Beauvoir
Individualismo e collettivismo, libertà ed uguaglianza, ma anche depressioni psichiche, pulsioni suicide, odi ed amori animano il dialogo e gli atteggiamenti dei personaggi che si confrontano  in un contesto culturale particolarmente stimolante ed elevato.
La cultura parigina continua a rappresentare il faro della Storia, anche se già si avvertono tutti i fattori del suo prossimo declino, dovuto al progressivo consolidamento di quel bipolarismo mondiale, che sposterà la bussola delle sorti dell’umanità a New York ed a Mosca.
Particolarmente moderne appaiono anche le protagoniste femminili  che, pur vivendo in quel tremendo contesto di guerra, anticipano quel fenomeno di emancipazione femminile, destinato a trionfare negli anni successivi.
Interprete di questa modernità è Anne , che svolge la funzione dell’io narrante.  Anne vive  una doppia vita: felice e pienamente realizzata a Chicago con uno scrittore americano di cui è innamorata, insicura, vuota con tendenze suicide a Parigi da cui però non riesce a distaccarsi.
Il romanzo si fa apprezzare per lo straordinario intreccio di vicende politiche e di esperienze amorose, che procedono nel contesto straordinario che segna il passaggio dalle tragedie della seconda guerra mondiale all’entusiasmo per la costruzione di un nuovo mondo con tutte le paure e le incertezze collegate alla nuova fase storica, che già in quegli anni fa presagire il dramma della corsa al riarmo nucleare.
Harry e Robert si misurano con l’esigenza di costruire una terza via che sia antiamericana senza essere comunista. Un tentativo culturale, di grande levatura, di costruire una sinistra indipendente in grado di coniugare libertà e giustizia, evitando l’abisso dei sorgenti imperialismi.
Questa grande operazione culturale è destinata a fallire, proprio perché ormai le sorti della Storia escono dal controllo dell’Europa, che precipita nelle divisioni e nell’incapacità politica e culturale di svolgere un ruolo decisivo nello scacchiere mondiale.


Gaetano Bencivinni

Nessun commento :

Posta un commento