Alain Minc, insigne
politologo, uno dei più
importanti saggisti francesi
di oggi, ha
scritto“ Spinoza, un romanzo
ebreo “. Il saggio
è una biografia
con i tratti
del divertissment storico sull’immigrazione ebraica,
sull’Olanda multietnica e tollerante
del ‘ 600, ma anche
parabola di un
intellettuale di frontiera,
che contro ogni
rigorismo è riuscito
a resistere ai secoli
e incontrare altri
maestri di rottura
( Hegel, Nietzsche ) e
a influenzare la
filosofia politica del XX
secolo. Minc si
chiede perché per tre secoli
la vita di Spinoza ha
suscitato poco interesse,
come se la
potenza della sua
opera fosse sufficiente,
al punto di occultare
l’autore. In effetti
la vita di
Spinoza nasconde un
paradosso, quello di
un ebreo portoghese di Amsterdam , molatore di
lenti “ prudente
e pusillanime al punto
di pubblicare i
suoi libri solo
dietro l’anonimato “, un uomo
schivo, lontano dalle
corti e dai
salotti, refrattario ad
ogni querelle filosofica
e politica, che ha rivoluzionato il
pensiero occidentale, divenendo
il profeta della
libertà di religione e della laicità dello stato in un’epoca in
cui per la
religione si compivano
massacri inauditi. Scomunicato nel
1656 dalla comunità
ebraica, inviso ai
protestanti, visse tutta
la sua vita
in camere affittate
in piccoli borghi
delle province olandesi. Grazie a
Minc ed alla sua
documentazione si può scoprire
uno Spinoza circondato
da amici e discepoli;
un uomo che
tiene una fitta
corrispondenza epistolare,
riservato ma affabile,
a volte un po’
narcisista, come quando
parla bene del suo “
Trattato teologico – politico “, fingendo di
ignorarne l’autore, che
più tardi toglierà
dall’anominato, scoprendo il suo lato
affabile. Un suo
amico, Oldenburg , nella
lettera del luglio
1675 gli scrive
con molta riservatezza: “ Dalla
vostra risposta del
5 luglio ho
visto che volete
pubblicare il trattato “ l’
Ethica “; promettetemi
di non inserirvi
niente che paia
compromettere la pratica
della virtù religiosa, tanto
più che, in
questo secolo degenerato
e corrotto, niente viene perseguitato più
ardentemente delle dottrine
le cui conseguenze
sembrano giustificare i vizi della
nostra epoca “.
Marietta
Gallo
Nessun commento :
Posta un commento