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mercoledì 9 aprile 2014

Il fascino di Micòl Finzi Contini

Libera, sportiva, moderna, Micòl è la protagonista del romanzo di Giorgio Bassani Il giardino dei Finzi Contini. Tutti ruotano intorno a lei.
Stravede per la sua Micòl il vecchio padre Ermanno, un ricco ebreo di Ferrara, intellettuale di raffinata cultura, che possiede una biblioteca con circa ventimila volumi, per lo più di letteratura italiana del pieno e tardo Ottocento.
Alberto, fratello maggiore di Micòl, morto prematuramente nel 1942 per un tumore maligno, trascorre i momenti migliori della sua vita, giocando a tennis con la vivace sorella, circondata da giovani amici ebrei, che già avvertono i contraccolpi negativi del clima pesante che si è creato anche in Italia dopo le leggi razziali del 1938.
Giampiero Malnate, un comunista lombardo, appassionato di politica, come sospetta l’io narrante del romanzo ha una relazione sentimentale con Micòl. Malnate muore anche lui prematuramente sul fronte russo nel 1941.
L’anonimo io narrante, ebreo anche lui, coprotagonista del romanzo, è innamorato di Micòl, che però non gli concede nulla di più di una vera amicizia.
Il muro di cinta del giardino con le tacche e il chiodo piantato da Micòl per meglio scavalcarlo e per sottrarsi così al controllo del portiere Perotti, il tuttofare di casa Finzi Contini, le lunghe passeggiate nel parco tra alberi secolari e piante rare,  la vecchia carrozza di famiglia dove Micòl e il coprotagonista anonimo si rifugiano per proteggersi dalla pioggia,  le interminabili discussioni politiche tra Malnate, Alberto e lo stesso coprotagonista anonimo sono i ricordi su cui si snoda la narrazione degli avvenimenti di casa Finzi Contini, che l’io narrante riporta alla memoria,  circa vent’anni dopo le vicende del romanzo.
Il racconto, ambientato a Ferrara tra il 1929 e il 1939, trasporta il lettore nel contesto drammatico delle leggi razziali in cui i personaggi vivono in uno  stato di precarietà e di incertezza consapevoli del prossimo futuro catastrofico. E sarà così.
Ermanno e la signora Olga, la vecchissima Regina, madre di Olga, e la stessa Micòl vengono arrestati nel 1943 dai repubblichini e subito dopo vengono deportati nei campi di sterminio in Germania.
Un romanzo che fa riflettere sul tragico destino di tante vite, piene di entusiasmo e di voglia di vivere, barbaramente stroncate dalla disumana follia dei forni crematori.


Gaetano Bencivinni

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