Un carrettiere socialista viene massacrato a Lisbona dalla
polizia. La stampa tace. La città puzza di morte. Tutta l’Europa puzza di
morte. Le leggi razziali arrivano anche in Portogallo e mietono il panico.
Pereira, responsabile della pagina culturale del Lisboa, vive
rintanato nel guscio protettivo della letteratura. Si considera un
intellettuale indipendente e come tale non si occupa di politica. Fuori la
dittatura salazarista impone le sanguinose regole del regime poliziesco.
Pereira è ossessionato dall’idea della morte e dal timore di
essere eretico, perché non crede nella resurrezione della carne. Parla con il
ritratto della moglie, morta di tisi qualche anno prima, e si affida ai consigli
del parroco don Antonio, che cerca di aprirgli gli occhi sulle tragedie
dell’Europa: nazismo, fascismo, guerra civile in Spagna.
L’evento che sconvolge la vita di Pereira è l’incontro con il
giovane Francesco Monteiro Rossi, che assume come collaboratore esterno della
pagina culturale.
Il giovane e la sua ragazza Marta lo trascinano lentamente nel
gorgo di complicità sovversive, che si concludono con l’assassinio di Monteiro
Rossi da parte della polizia politica, avvenuto nella casa di Pereira.
Il giornalista si scuote dal torpore e compie la scelta coraggiosa
di scrivere un feroce articolo contro la dittatura, che pubblica nel suo
giornale, ricorrendo ad un ingegnoso espediente, che gli consente di beffare la
censura. Dopo si rifugia in Francia con un passaporto falso.
Il romanzo Sostiene Pereira punta i riflettori sul rapporto tra
intellettuale e politica e sulla necessità per ogni giornalista di informare
correttamente l’opinione pubblica anche quando diventa rischioso raccontare la
verità.
Gaetano Bencivinni
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