Un
fanciullo è il protagonista del romanzo di Elsa Morante L’isola di Arturo.
Tutto si svolge a Procida, dove Arturo rimane sino all’età di sedici anni.
Senza madre, morta nel partorirlo, Arturo cresce con il padre, spesso
lontano, in viaggio 10 mesi all’anno, e con il balio Silvestro nella casa dei
guaglioni, un antico palazzo isolato, lasciato in eredità al padre dall’unico
suo amico, un vecchio amalfitano, misogino e scontroso.
Per
Arturo il padre è un mito, un maestoso sovrano a cui si lega con morbosa
gelosia.
La
vita procede in una incantevole monotonia nella splendida isola, sino a quando
il padre sposa la sedicenne napoletana Nunziatella, che diventa così la
matrigna di Arturo, all’epoca già un ragazzo di quattordici anni.
Nunziatella
è la prima donna che entra in casa dopo la morte della madre. Dà alla luce un
figlio, che chiama Carmine Arturo. Suscita involontariamente sentimenti di gelosia,
odio e amore nell’animo di Arturo, vissuto senza l’affetto materno e senza aver
mai ricevuto un bacio da nessuno, neanche dal padre.
L’impossibile
amore di Arturo per Nunziata, donna semplice ed ingenua, ligia ai doveri
coniugali, la delusione per l’inaccettabile amicizia del padre con un ex
detenuto spingono Arturo a fuggire dal Limbo di Procida alla ricerca di un
Eliso che non c’è e si arruola volontario in guerra.
Il
soggetto narrante del romanzo è lo stesso Arturo adulto, divenuto scrittore.
Un
romanzo che fa riflettere sul mistero della vita, fatta di sogni, ideali e
miti, di delusioni, incomprensioni e ricerca di affetti.
Gaetano
Bencivinni
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