Spingere lo sguardo nelle intricate foreste africane, dove l’urlo
della notte si perde nell’immenso silenzio. Scoprire il volto tenebroso del
mostro coloniale, che maciulla le carni di neri selvaggi e le ammassa nella
pattumiera del progresso.
Il marinaio Marlowe, straordinario narratore del Tamigi, conduce
il lettore di Cuore di tenebra, romanzo dello scrittore anglo polacco Joseph
Conrad, nella fitta vegetazione di laggiù, tra villaggi di cannibali e cataste
di avorio, accumulate per saziare le brame di famelici uomini d’affari.
Un battello fluviale, riparato a fatica, percorre le acque di un
fiume tortuoso ed arranca nella nebbia tra tronchi sommersi e bassi fondali. Una
pioggia di strali si abbatte sulla ciurma, che risponde col fuoco alle nere ombre,
nascoste nella boscaglia. Una lancia squarcia il fianco del nero timoniere, che
stramazza in un pozzo di sangue e chiude così la sua corsa verso Kurtz, seducente
oratore, che ammalia i selvaggi ed accumula avorio.
La voce profonda di Kurtz seduce i cannibali, che dedicano macabre
danze esaltate alla divinità bianca dal potere illimitato.
Le grandi idee e gli immensi progetti di gloria di Kurtz, già
gravemente ammalato, si infrangono all’arrivo del battello, che lo preleva col
suo carico di avorio, ammucchiato nella sua stazione di commercio, avamposto
strategico di una vorace compagnia inglese.
Non regge lo strappo il formidabile oratore e muore. Il suo corpo
è sepolto in una buca di fango.
Orrore è l’ultima parola che Kurtz pronuncia ed essa rimbomba
nella mente di Marlowe, che nel Tamigi racconta la storia ad amici, in attesa
dell’alta marea.
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