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sabato 15 marzo 2014

Il fascino dell’orrore

Spingere lo sguardo nelle intricate foreste africane, dove l’urlo della notte si perde nell’immenso silenzio. Scoprire il volto tenebroso del mostro coloniale, che maciulla le carni di neri selvaggi e le ammassa nella pattumiera del progresso.
Il marinaio Marlowe, straordinario narratore del Tamigi, conduce il lettore di Cuore di tenebra, romanzo dello scrittore anglo polacco Joseph Conrad, nella fitta vegetazione di laggiù, tra villaggi di cannibali e cataste di avorio, accumulate per saziare le brame di famelici uomini d’affari.
Un battello fluviale, riparato a fatica, percorre le acque di un fiume tortuoso ed arranca nella nebbia tra tronchi sommersi e bassi fondali. Una pioggia di strali si abbatte sulla ciurma, che risponde col fuoco alle nere ombre, nascoste nella boscaglia. Una lancia squarcia il fianco del nero timoniere, che stramazza in un pozzo di sangue e chiude così la sua corsa verso Kurtz, seducente oratore, che ammalia i selvaggi ed accumula avorio.
La voce profonda di Kurtz seduce i cannibali, che dedicano macabre danze esaltate alla divinità bianca dal potere illimitato.
Le grandi idee e gli immensi progetti di gloria di Kurtz, già gravemente ammalato, si infrangono all’arrivo del battello, che lo preleva col suo carico di avorio, ammucchiato nella sua stazione di commercio, avamposto strategico di una vorace compagnia inglese.
Non regge lo strappo il formidabile oratore e muore. Il suo corpo è sepolto in una buca di fango.
Orrore è l’ultima parola che Kurtz pronuncia ed essa rimbomba nella mente di Marlowe, che nel Tamigi racconta la storia ad amici, in attesa dell’alta marea.

Gaetano Bencivinni

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