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mercoledì 19 marzo 2014

Zenone l’alchimista

L’opera al nero della scrittrice belga Marguerite Yourcenar è un romanzo storico, che trasporta il lettore nel contesto sociale e culturale compreso tra il 1510 e il 1569. Periodo storico questo caratterizzato dalla Riforma luterana, dalle guerre di religione, dallo scontro di civiltà tra Cristiani e Turchi, che hanno messo a dura prova la stessa sopravvivenza della Chiesa, stretta tra l’espansionismo islamico e gli insoluti contrasti religiosi interni al mondo cristiano con intrighi, massacri, scomuniche e condanne al rogo.
Un’epoca di grandi trasformazioni sociali: applicazione dei telai meccanici alla tessitura, ascesa della borghesia mercantile, di banchieri e di uomini d’affari, rivoluzione copernicana ed ansie di rinnovamento proiettate verso la costruzione di un mondo moderno laico.
Zenone, protagonista del romanzo, è figlio bastardo di Hilzonde, nobildonna di Bruges, e del prelato Alberico dei Numi, di antica stirpe fiorentina, eletto a 30 anni cardinale ed assassinato a Roma nell’ambito dei tanti intrighi dei Borgia e dei Medici nella dissoluta e prepotente curia pontificia.
Hilzonde sposa in seconde nozze l’anabattista Simone Adriansen, uomo già con la barba grigia, ricco mercante di Zelanda che la condurrà a Munster con la speranza di creare la Chiesa in spirito da contrapporre alla tirannica Chiesa romana. Hilzonde perirà nell’assedio di Munster, giustiziata dai Cristiani, che hanno massacrato gli Anabattisti rifugiati in quella città.
Enrico Giusto, ricco banchiere e uomo d’affari, affida il nipote Zenone al canonico Bartolomeo Campanus, per avviarlo agli onori sacri, unica prospettiva di prestigio per un bastardo di origine nobile. Zenone si ferma agli ordini minori ed inizia la sua attività di intellettuale scomodo in giro per l’Europa, prestando i suoi straordinari servigi  di medico, alchimista, filosofo e astrologo alle corti dei potenti d’Europa. Lo troviamo a Parigi, a Montpellier, in Provenza, in Catalogna, ad Algeri e ad Adrianopoli  alla corte del sultano, alle corti reali di Polonia e Svezia, a Lubecca, a Basilea e a Innsbruck.
Le sue opere finiscono subito nel mirino della Chiesa che le bolla come eretiche e pericolose. A Zenone rimane come unica possibilità il ritorno a Bruges con il falso nome di Sebastiano Theus. Lì, ormai dimenticato da tutti, è accolto prima da un vecchio amico medico e dopo dal priore del Convento dei Cordiglieri dove esercita la professione di medico al servizio di straccioni, dopo aver curato per anni i potenti d’Europa. Coinvolto in uno scandalo a sfondo orgiastico  sessuale, compiuto da  monaci con una giovane collegiale, benché totalmente estraneo alla vicenda, subirà un processo ed è costretto a rivelare così la sua vera identità.
L’accusa di eresia e di ateismo si conclude con la condanna al rogo a cui si sottrae, per evitare la sofferenza del fuoco, tagliandosi le vene in prigione e morendo così dissanguato.
A nulla servirà il tentativo del canonico Bartolomeo Campanus di indurlo alla ritrattazione per salvarsi la vita.
Un personaggio di straordinaria modernità, che in nome della scienza e  della libertà di pensiero rinuncia a privilegi e favori e mette il suo talento al servizio della ricerca scientifica, assetato continuamente di conoscenza da conquistare con l’amore per la libertà.

Gaetano Bencivinni

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