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venerdì 28 marzo 2014

Hermann Hesse, un grande scrittore

Hermann Hesse, nato a Calw  nel 1877, è considerato uno dei maggiori  scrittori  tedeschi  del ‘ 900. Autore di romanzi come “Siddharta”, “Il lupo della steppa”, “Il gioco delle perle di vetro”,  “Gertrud”  ed altri ancora , fu insignito nel 1946 del premio Nobel  per la letteratura. Il suo interesse per il misticismo orientale e per quegli aspetti dell’animo umano che sfuggono al controllo della razionalità, ne fa un autore sempre attuale, di grande stimolo per i giovani.
Nella  nota introduttiva al romanzo “Siddharta”  il traduttore Massimo Mila esplica cognizioni generali  sulle religioni e sulla cultura d’oriente, annotando di averle ricavate da un quaderno di un allievo del filosofo Piero Martinetti. Inizia l’introduzione dicendo che i  tedeschi  usano l’espressione “ der  Suchende “ (colui che cerca)  per  designare quelle persone che non s’accontentano  della superficie delle cose, perché di ogni aspetto della vita  vogliono, ragionando, andare in fondo e rendersi  conto di se stessi, del mondo, dei rapporti  tra loro e il mondo. Quel  cercare, che è già di per  sé  un  trovare, disse uno dei più illustri  fra questi  “ cercatori “, e precisamente S. Agostino. Quel cercare che è in sostanza  vivere  nello spirito.  “ Suchende “ sono quasi tutti i  personaggi di Hesse : gente inquieta e bisognosa di certezza, gente che cerca  l’Assoluto, ossia  una verità   su  cui fondarsi  nell’universale  relatività  della  vita e del mondo e tale assoluto trovano, se lo trovano, in se stessi . Chi è  Siddharta ? E’ uno che cerca  e cerca  soprattutto di vivere intera la  propria  vita. Passando di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla  meditazione filosofica alla vita degli affari  e non si ferma presso nessun  maestro, non considera definitiva  nessuna acquisizione, perché ciò che  va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti .
“ Siddharta “ è un breve romanzo di ambiente indiano, pubblicato per la prima volta  nel  1922 .
L’opera che per  prima impone Hesse all’attenzione del  pubblico è “ Peter  Camenzid “, tradizionale  romanzo di formazione per il quale ottiene il premio Bauernfeldpreis.
Il  romanzo risente delle suggestioni dei viaggi di Hesse in Italia,in un Sud  mitizzato, che  riconcilia  l’uomo con la  natura  e offre un’alternativa alla  decadenza  della civiltà  europea.
Questo culto dell’Italia  si  identifica in particolare con la figura  di  San  Francesco, della quale Hesse  approfondisce  la sua curiosità  in un saggio  biografico. L’incontro  con Francesco fu propiziato all’autore dalla sua ricerca di libertà, che gli fu propria fin dall’infanzia e dalla fuga dal seminario evangelico di  Maulbronn , avvenuta nel 1892 . Durante i suoi due viaggi  in Italia Hesse non  mancò di recarsi ad Assisi  avendo, forse, a guida il Poverello di Assisi come antesignano  della libertà di coscienza, interprete originale del messaggio cristiano.
E’ durante i due soggiorni italiani del 1901 e del 1903 che Hesse maturò  il saggio “Francesco d’Assisi “, in cui spicca la figura materna  e sorridente  di Domina  Pica, la mamma di Francesco. Come Francesco, Hesse sta dalla parte di Pica. Ci sembra di avvertire una  sorta di nostalgia per la mamma che avrebbe voluto. La sua, forse, non aveva quelle doti che ammirava nella madre di Francesco. Hesse ripercorre l’intero arco dell’esistenza di Francesco, che è l’homo novus, il  nuovo Adamo. E’ da lui che riparte il rinnovamento dell’arte e della poesia. La  novità della figura di Francesco è nella sua rivendicazione della paternità divina quando restituisce  al padre Pietro di Bernardone persino i  vestiti: una rivendicazione profonda, sofferta, che   lo pone nella condizione di alter Christus. Hesse comprende che è qui il  nocciolo della novità della figura di Francesco nella storia dell’umanità: in lui si ricompone il circolo della creazione. La  ritrovata fraternità con la natura si espanderà in un canto, le “Laudes creaturarum” che anche nella storia della poesia e della lingua italiana apre un’epoca nuova.

Marietta  Gallo          

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