Accetta la
sfida dell’allievo Tito di raggiungere a nuoto la riva opposta di un laghetto
alpino prima che l’ombra mattutina della rupe si dilegui e naufraga nelle acque
gelide, stroncato dal freddo il maestro Joseph Knecht, protagonista del romanzo
Il gioco delle perle di vetro dello scrittore tedesco Herman Hesse.
Finisce
così, in modo tragico e sorprendente, la leggendaria vita di Joseph, eccellente
maestro del gioco delle perle, arte combinatoria di simboli, segni e formule,
che si pratica nella provincia immaginaria di Castalia, dove opera una autorità
pedagogica, formata da eccezionali specialisti di elevata competenza in varie
discipline umanistiche e scientifiche.
Il romanzo
ricostruisce la biografia di Knecht e racconta la sua rapida ascesa nelle
gerarchie pedagogiche sino a raggiungere il culmine della conoscenza nell’arte
del gioco delle perle, di cui diventa autorevole ed indiscusso maestro.
I colloqui
con il saggio benedettino Jacobus suscitano nel maestro l’interesse per la
storia universale, trascurata dalla Castalia, dedita alla custodia di alte e
raffinate conoscenze già acquisite, ma poco attenta ai richiami del mondo e
alle sollecitazioni della storia.
Il credo
supremo dell’intellettuale è l’aspirazione alla verità e alla libertà. Lo studioso
lungimirante si predispone al risveglio, per catturare il segreto magico di
ogni nuovo inizio, per interpretare le discontinuità, per cogliere le novità,
per muoversi in sintonia con le trasformazioni sociali e storiche.
Ogni sistema
culturale, saccente, borioso ed autoreferenziale, si avvia inesorabilmente
verso il declino.
Knecht
lascia pertanto la Castalia ed accetta la proposta dell’amico di giovinezza
Plinio di far da precettore al figlio Tito, giovane focoso e ribelle, viziato e
poco disposto al rigore degli studi.
Non è un
caso se l’autore affida proprio a Tito, profondamente turbato dal senso di
colpa per la tragica scomparsa di Joseph, il compito di operare nel mondo,
illuminato dallo splendido esempio del maestro del gioco delle perle.
Un romanzo
filosofico complesso, che trasporta il lettore nell’intricato mondo delle
conoscenze e nella complicata rete dei rapporti tra cultura e società, tra
scienza e storia, tra politica e religione.
Caro Prof. Gaetano Bencivinni,
RispondiEliminacon le tue molto significative, costruttive e sintetiche relazioni su romanzi quali "Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati, "Gli indifferenti" di Alberto Moravia e tanti altri libri, dai la possibilità di pensare, riflettere sulla vita, sulle persone, sulla società.
Intanto stimoli alla lettura o rilettura dei libri da te citati.
Grazie per il lavoro che stai svolgendo.
Marietta Galllo